maggio 2024
ALLEANZA FOTOVOLTAICO: BENE DIRETTIVA CASE GREEN, MA SERVONO GRANDI IMPIANTI, I CONSUMI ELETTRICI RESIDENZIALI INTERESSANO SOLO IL 22% DEL TOTALE
"La direttiva europea 'Case green' costituisce un avanzamento in materia di sostenibilità, coinvolge e rende parte attiva i cittadini che possono e devono garantire il loro contributo per la transizione e per le generazioni future.

Quest'azione si configura però come condizione necessaria ma non sufficiente per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti e per l'ottenimento dell'autosufficienza.

Un conto, infatti, è il tema dell'efficienza degli edifici, un altro è la più ampia e complessiva questione della sicurezza energetica dell'intero Paese.
Occorre ricordare come gli impianti fotovoltaici collocati sui tetti abbiano una loro rilevanza per il soddisfacimento del fabbisogno nazionale ma, allo stesso tempo, non bastino per esaudirlo interamente.

Se si coprissero tutti i tetti italiani, le superfici disponibili non sarebbero comunque sufficienti per raggiungere la potenza necessaria a soddisfare la domanda di energia nazionale.
Senza dimenticare che non tutte le coperture degli edifici possono ospitare impianti sia per motivi strutturali e tecnici sia per i divieti imposti dalle norme che tutelano il paesaggio.

I dati parlano chiaro: secondo le stime delle associazioni di categoria del settore, le comunità energetiche e le altre configurazioni di autoconsumo collettivo consentiranno, nella migliore delle ipotesi, di aggiungere entro il 2030 circa 12 GW al portafoglio energetico nazionale: ancora troppo pochi per portare l'Italia dagli attuali 25 GW di energia prodotta da fonte solare all'obiettivo di 70 GW fissato dal PNIEC 2030.

In questo scenario, si colloca poi il tema sull'impatto della spesa e degli investimenti: i costi dell'installazione degli impianti sui tetti sono a carico dei privati, richiedono anni di ammortamento e sono ad appannaggio solo di una piccola parte della popolazione.
In altri casi, sono sovvenzionati dallo Stato e gravano sulla collettività.

Gli impianti di grande taglia, i cd. "utility scale", sono invece a carico di aziende private e non gravano in alcun modo sulle casse dello Stato.
La produzione di energia proveniente da questo genere di impianti non è inoltre garantita, poiché la loro manutenzione e gestione in efficienza è affidata all'utente privato e non ad un operatore professionale. L'impatto è poi relativo: i dati di Terna indicano che i consumi elettrici residenziali interessano solo il 22% del totale a fronte del 32% del terziario e del 44% dell'industria.

Nel complesso è quindi inconcepibile ipotizzare di realizzare un vero processo di transizione ecologica senza il contributo decisivo degli impianti utility scale, in grado di soddisfare, per la loro significativa capacità di produzione, il fabbisogno energetico nazionale senza generare alcun onere per le finanze pubbliche.
".Lo afferma, in una nota, l'Alleanza per il Fotovoltaico in Italia.



Riceviamo e volentieri pubblichiamo
MAIM Public Diplomacy & Media Relation.

 
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