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gennaio 2016
LE FALSE PROMESSE DELLA FUSIONE NUCLUARE
Ci sono state alcune idee piuttosto radioattive sul cambiamento climatico, girando per i colloqui della COP21 di Parigi: dall’idea irrealistica della squadra di Hansen(1) di attivare 61 nuovi reattori nucleari all’anno, fino alla ancora più melliflua chimera nucleare nota come ITER.

ITER, acronimo di “International Thermonuclear Experimental Reactor” con 'sperimentale' quale parola operativa in quel titolo sublime. Peraltro, forse il motivo per cui oggi ci si riferisce ad esso con il solo acronimo è perché il termine 'termonucleare' ha avuto alcune connotazioni piuttosto esplosive. Tra l’altro, il sito ufficiale illustra ITER con il suo significato latino, 'The Way'.

ITER è stato avviato nel 1985 dagli allora presidenti Reagan e Gorbaciov. Il progetto multi-nazionale includeva non solo gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica già fatiscente, ma l'Unione europea e il Giappone. Attualmente al partenariato partecipano 35 paesi.

Se mai si completasse e funzionasse davvero, ITER sarebbe un reattore a fusione conosciuto come “Tokamak”(2). La fusione nucleare è il sogno erotico dei fisici, che sono stati allucinati da ITER per ben tre decenni e Tokamaks e la stessa fusione ancora più a lungo.

ITER per sé non è nemmeno l'ultimo passo per produrre energia elettrica con centrali a fusione. Il suo scopo è di "preparare la strada per le centrali a fusione del futuro". Un domani che è stato annunciato decennio dopo decennio.

Lottare con il plasma
Infatti, ITER è stata un'aspirazione così perennemente di vecchia data che posso trovare informazioni nelle memorie di mio padre Mike Pentz del 1994 senza il rischio che siano obsolete. Un fisico e fondatore di Scienziati Conto le Armi Nucleari, ecco come mio padre ha valutato la sfida della fusione, qualcosa con cui ha cominciato a lottare nel 1948.

"Il problema di contenere un plasma di deuterio-trizio a temperature sufficientemente elevate abbastanza a lungo per ottenere più energia dal reattore di quanta ne sia immessa, non è ancora risolto, nonostante la spesa di miliardi di sterline, dollari, rubli e yen in oltre quaranta anni di sforzi”.

Gli scienziati più intelligenti del mondo hanno lavorato sul problema per decenni, cercando di contenere il plasma a diversi milioni di gradi in campi magnetici, ma costantemente sconcertati dalla pressione imprevedibile e dai picchi di temperatura che il plasma provoca, frustrando i loro migliori sforzi.

Ancora, rotture nella fusione tiene in balia gli scienziati. La promessa sfuggente di energia illimitata che potrebbe immediatamente risolvere il cambiamento climatico ha il premio Nobel scritto su di essa. Ma la natura confondente della scienza è ciò che rende il processo in lento e complesso e anche, potenzialmente, impossibile.

Scrivendo sull’edizione del New Statesman del 6 novembre 2014, Michael Brooks, che ha conseguito un dottorato di ricerca in fisica quantistica, ha detto: "Molti esperti sostengono che per superare tali difficoltà tecniche ci vogliono ancora decenni, se non secoli, al di là delle nostre capacità."

Questo non significa che i fisici in laboratorio, non siano in grado di sperimentare la fusione. L'emozione dell’esplorazione intellettuale è comprensibile, così come la ricerca del bosone di Higgs o la materia oscura.

Tuttavia, questo non può giustificare il travisamento di diversi miliardi di dollari in esperimenti di fusione come una specie di soluzione rilevante al cambiamento climatico. Colloqui sulla fusione non hanno posto alla COP21.

Troppo costoso, troppo lento e del tutto impraticabile
Le sfide che allontanano la fusione potenzialmente e permanentemente di decenni sono state identificate e sono 3:

- La prima è che il reattore possa generare più energia di quanto serva per alimentarlo.
- La seconda è che il reattore possa produrre più energia di quanto l'impianto nel suo complesso utilizzi per costruirlo.
- La terza è quella di produrre effettivamente energia elettrica in questo modo, prima di andare completamente distrutto.

La spesa potrebbe essere la scena finale che strappa applausi, anche se realizziamo il sogno della fusione durante la vita di qualcuno. A tutt’oggi il costo ufficiale di un impianto a fusione da 500 MW di ITER è $ 14 miliardi di dollari. Ma con tanti paesi che condividono il costo, insieme con i ritardi di costruzione senza fine, una cifra accurata è difficile da calcolare.

Il progresso tecnico è stato lento, troppo. Pentz ha osservato che nel novembre del 1991, gli scienziati del progetto Joint European Torus "hanno raggiunto una temperatura di circa 200 milioni di gradi Celsius (circa 10 volte la temperatura nel centro del sole) per un periodo di due secondi." E’ stato salutato come "un importante passo avanti".

Mio padre esitò, definendo l’annuncio una esagerazione, e non solo a causa dei probabili decenni di lavoro scientifico ancora da fare. Più importante è stata la questione dell'applicabilità di fusione per il nostro attuale fabbisogno energetico e poi ancora per il futuro, se e quando funzionerà.

"Ironia della sorte, nel momento in cui quel punto verrà raggiunto (se mai) - un giorno nel 21° secolo – la potenza termonucleare sarà irrilevante per il fabbisogno energetico del mondo", ha scritto. "A quel punto circa il 90% dell'energia mondiale sarà necessaria alle popolazioni che vivono nei paesi ora eufemisticamente chiamati in via di sviluppo. Fonte energetica estremamente avanzate, ad alta tecnologia e ad alto costo come la fusione controllata sarà del tutto inadeguata ai loro bisogni. "

Consegnare fusione e fissione al passato
Appena all’inizio del 21° secolo, c'è in realtà un sito per la costruzione di ITER da mostrare per tutti i Miliardi spesi. Il sito è a Cadarache, nel sud della Francia, dove è più probabile che possa essere ridotto bruscamente a un cumulo di macerie che per risolvere la crisi climatica.

Cadarache è stato costruito su una linea di faglia che è la più sismicamente attiva in Francia e vicino a un altra che ha registrato il più alto livello di attività sismica del paese (nel 1909).

L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, tuttavia, ha dato il via libera a ITER, dicendo che i rischi di terremoti gravi sono bassi e non è probabile che accadano per altri 10.000 anni. Che è forse quanto tempo potrebbe passare essere prima che centrali a fusione nucleare illuminino la Terra.

Ma anche se ITER arriverà in questo secolo, sarà praticamente irrilevante, dato che la nostra sopravvivenza dovrà allontanarsi dalle grandi fonti centralizzate di energia, come il carbone, il petrolio, il gas o l'uranio, e avvicinarsi alle molto più piccole fonti decentrate.

In questo modo, come mio padre ha scritto nel 1994, "costruire reattori a fusione controllata è impraticabile e inadeguato come costruire reattori nucleari basati sulla fissione. Se qualche storico sopravvivrà per raccontarlo, i libri di storia del 22° secolo parleranno dell'energia nucleare, sia da fissione sia da fusione, essenzialmente al passato".

Dove esattamente il dispendioso ITER deve essere relegato.


Linda Pentz Gunter è una specialista internazionale di Beyond Nuclear (3) dove opera anche come direttore dei media e sviluppo.


    (1) – James Hansen, considerato il padre della consapevolezza del Cambiamento Climatico ha definito i colloqui di Parigi una frode (vedi: www.theguardian.com/environment/2015/dec/12/james-hansen-climate-change-paris-talks-fraud)
    (2) - vedi: https://en.wikipedia.org/wiki/Tokamak
    (3) - vedi: https://www.beyondnuclear.org/

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Linda Pentz Gunter - Libera traduzione di Sergio Zabot

 
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