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febbraio 2015
ESPERIMENTI RADIOATTIVI SUGLI UMANI NEL PACIFICO
"... Proteggere gli abitanti contro la perdita delle loro terre e delle risorse; proteggere la salute degli abitanti ... " così recita il mandato delle Nazioni Unite nell’assegnare agli USA il protettorato delle isole Marshall nel pacifico … (1)

Secondo il folklore Marshallese un dio mezzo cattivo e mezzo buono di nome Etao era associato all’astuzia e all’inganno. Quando succedevano cose brutte tutti sapevano che dietro c’era Etao. "È pericoloso, quell’Etao," alcune persone dicevano. "Lui fa cose cattive alla gente e poi ride di loro". (2) Molti nelle Isole Marshall ora vedono negli Stati Uniti, loro protettore, come un secondo Etao.
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Castle-Bravo

Sessanta anni fa, proprio in questo mese, l'Etao americano ha scatenato una furia senza precedenti sull’atollo di Bikini nelle Isole Marshall. Questo è successo nove anni dopo le immagini brucianti e indelebili di Hiroshima e Nagasaki, quando il mondo imparò a conoscere i pericoli del fallout radioattivo di bombe all'idrogeno che utilizzavano come innesco bombe a fissione come quella di Hiroshima.

Castle-Bravo, il primo di una serie di test di bombe all’idrogeno sull’atollo di Bikini nel marzo del 1954, è stato soprannominato "il gambero" dal suo ideatore Edward Teller, ed è stata la prima arma termonucleare nel range del megaton disponibile nell’arsenale atomico degli Stati Uniti. Avevamo battuto i sovietici in questo settore chiave della miniaturizzazione delle armi nucleari, quando la guerra fredda era all’apice e gli Stati Uniti non avevano bisogno di chiedere l'approvazione di nessuno, soprattutto dei Marshallesi affidati loro dalle Nazioni Unite.

Il mostro Bravo era una bomba termonucleare “fissione-fusione-fissione” [3-F] da quindici Megatoni, 1000 volte la bomba di Hiroshima, che diffuse il suo mortale fallout radioattivo su un enorme zona dell'Oceano Pacifico centrale, tra cui gli atolli abitati di Rongelap , Rongerik e Utrik nell'arcipelago delle Marshall. La popolazione di Rongelap [120 miglia sottovento Bikini] e Utrik [300 miglia a est di Bikini] erano state evacuate e anche loro hanno sofferto gli effetti acuti di esposizione alle radiazioni.

Non appena esplose una polemica internazionale sulla ricaduta del fallout atomico, fu indetta frettolosamente una conferenza stampa che si tenne a Washington a metà marzo 1954 con Eisenhower e l’ammiraglio Lewis Strauss, presidente dell’Atomic Energy Commission (AEC), lo stesso che avrebbe poi asserito che “l’energia nucleare era così a buon mercato che non valeva la pena nemmeno di misurarla”.

L’ammiraglio Lewis Strauss disse: "Sono appena tornato dal poligono di prova della AEC, dove ho assistito alla seconda parte di una serie di test di armi termonucleari … Per la prima esplosione (Bravo) il vento non ha seguito le previsioni, ma si è spostato a sud e le piccole isole di Rongelap, Rongerik e Utrik sono state investite dal fallout … I 236 nativi Marshallesi mi sono sembrati in ottima salute e felici … I risultati, che gli scienziati di Los Alamos e Livermore speravano di ottenere da questi test sono stati pienamente realizzati. Un enorme potenziale è stato aggiunto alla nostra esperienza militare ". Strauss ha aggiunto l'avvertenza che "il personale medico a Kwajalein ci ha informato che non è stata riscontrata alcuna malattia, salvo naturalmente, le malattie che potranno contrarre in seguito. "(3)

Anche l'ex Segretario di Stato Henry Kissinger ha preso atto della significatività di Bravo e dei nuovi pericoli legati alla contaminazione da fallout radioattivo diffuso da bombe H, come potrebbe accadere se i sovietici facessero cadere the The Big One nella capitale della nostra nazione e la ricaduta si verificasse sulla costa orientale. Nel 1957 poi, Kissinger scrisse: "I danni provocati dalle radiazioni sono duplici: danno diretto che porta alla malattia, morte o ridotta aspettativa di vita, ed effetti genetici" (4)

Almira Matayoshi era una dei "nativi" di Rongelap citati dall’ammiraglio Strauss. Quando l'ho intervistata nel 1981 a Majuro mi ha raccontato la sua esperienza con Bravo: “Il lampo di luce è stato molto forte, poi è arrivato il grande rumore dell'esplosione; era un bel po' prima della ricaduta vera e propria. La polvere era giallastra e quando uscivi ti copriva tutto il corpo. Poi la gente ha cominciato a diventare molto debole e vomitava. La maggior parte di noi era debole e mio figlio non riusciva a respirare”.

Avevo dolori e molta paura della bomba. In quel momento volevo morire, e abbiamo davvero sofferto; i nostri corpi ci facevano male, i piedi erano coperti di ustioni e nostri capelli cadevano. Ora vedo i bambini che crescono in modo anomalo e alcuni sono mentalmente disturbati, ma nessuna di queste cose accadeva prima che la bomba cadesse. È triste vedere i bambini ora. (5)

Un dubbio persistente circonda la questione dell'intenzionalità. In una intervista del 1982 al New York Times, Gene Curbow, ex tecnico meteorologico durante il test Bravo, ha confessato che i venti non hanno deviato secondo quanto contenuto nella spiegazione ufficiale degli Stati Uniti per la contaminazione di massa durante “Bravo”. "Il vento aveva soffiato dritto verso di noi per giorni prima del test", ha detto Curbow. "E soffiava dritto verso di noi durante la prova e dritto verso di noi dopo il test. Il vento non si era mai spostato. "Quando gli chiesero perché ci fosse voluto tanto tempo per fare queste importanti informazioni, Curbow ha risposto "è stato un mix di patriottismo e di ignoranza". (6)
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Il defunto Dr. Robert Conard, responsabile del team di sorveglianza medica del Brookhaven /AEC per gli isolani, ha scritto nella sua relazione annuale del 1958 sull’esposizione Marshallese: "la dimora di queste persone sull’isola di Rongelap offre l'opportunità per uno studio preziosissimo delle radiazioni sugli esseri umani … I vari radionuclidi presenti sull'isola possono essere tracciati partendo dal terreno, attraverso la catena alimentare e fino all'essere umano ". (7)

In riferimento alle popolazioni Marshallesi esposte a Bravo, l’ufficiale dell’AEC Merrill Eisenbud senza mezzi termini ha dichiarato nel corso di una riunione dell’AEC a New York nel 1956, "dati di questo tipo non sono mai stati disponibili. Sebbene queste persone non vivano come gli occidentali più civilizzati, è però anche vero che sono più simili a noi di quanto lo siano i topi ". (8)

Allo stato attuale, le comunità degli atolli di Bikini, Enewetak, e Rongelap rimangono sociologicamente perturbate e incerte sul loro futuro, come anche le loro isole e lagune contaminate devono essere ancora pienamente recuperate e ripristinate per insediamenti umani permanenti.

Kwajalein

Dopo 67 bombe Atomiche e a Idrogeno fatte esplodere a Bikini e Enewetak tra il 1946 ed il 1958, gli Stati Uniti non avevano ancora finito gli studi sugli effetti a lungo termine delle radiazioni sull’uomo e non avevano nessuna intenzione di perdere la preziosa base di Kwajalein per i missili balistici intercontinentali che arrivavano mensilmente dalla base aerea di Vandenberg in California e Kauai.
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Nel 1961 - a seguito di un focolaio di poliomielite in Ebeye, Kwajalein, il Presidente Kennedy ordinò una revisione completa dell’impegno americano nel Territorio Fiduciario delle Isole del Pacifico al suo amico economista di Harvard Anthony M. Solomon, capo della Reserve Bank di New York. (9)

Attraverso giochi di prestigio e l'ambiguità intrinseca del rapporto, gli Stati Uniti hanno preso ogni vantaggio concepibile dai reperti sull'isola, mettendo così le basi per gli studi sugli effetti delle radiazione sul sistema ecologico e sugli umani.

Il rapporto Solomon ha consigliato un programma di spesa massiccia da attivare prima di un referendum programmato per lo status della Micronesia. La conclusione del rapporto Solomon era che i programmi di recupero e la spesa conseguente non avrebbero innescato nessun significaticvo processo di sviluppo autosufficiente nella zona. Era importante, quindi, che venissero utilizzati i vantaggi conseguenti all'impatto psicologico del programma di investimenti, prima della delusione che si sarebbe fatta sentire. (10)

Mentre il Pentagono e l’AEC utilizzavano le isole delle Marshalls per perfezionare il loro deterrente nucleare della Guerra Fredda - piena di soggetti umani per gli studi ad ampio raggio selle radiazioni non si deve dimenticare il progetto del Pentagono di difesa missilistica, noto come "Star Wars", sull’atollo di Kwajalein nel centro della più grande laguna del mondo.

Noto altresì come "colpire un proiettile con un proiettile", il progetto di difesa con missili balistici (BMD - Ballistic Missile Defence) ha sempre avuto una nomea di desideri fantasiosi venduti al Presidente Reagan con un video emozionante e sfavillante progettato in parallelo con "Star Wars". Kwajalein e il romanzo della Ballistic Missile Defense ha tragicamente sperperato molto danaro pubblico facendo realizzare enormi profitti a Boeing, Raytheon, Northrup Grumman, Lincoln lab del MIT, Aerojet, Booz Allen e altri. Tra il 1962 e il 1996 gli Usa hanno speso $ 100 miliardi. E tra il 1996 e il 2012 il totale ammonta a 274 miliardi dollari e sta ancora crescendo. (11)

E cosa abbiamo da far vedere per i quasi 300 miliardi dollari destinati a questo spreco? Lo scorso 4 luglio è stata anche la data prevista per il lancio per un test del programma BMD. Ebbene, il sistema Ground Based Missile Defense a Kwajalein ha fallito ancora una volta, nonostante che il test fosse stato manipolato: "La squadra di intercettazione sapeva in anticipo quando sarebbe arrivato il missile e conosceva tutti i parametri di volo. Tale lusso non è ovviamente disponibile in un combattimento reale". Ma anche se il test da $ 214 milioni avesse funzionato, non avrebbe dimostrato molto“. (12)

foto Il “danno collaterale” noto come Ebeye Island a Kwajalein è tristemente noto in tutta la regione come lo "slum del Pacifico." Le terribili condizioni dei 15.000 residenti di Ebeye, bacino di manodopera a basso costo per la base missilistica adiacente sono in netto contrasto con l’analogo insediamento nel Sud della California, 10 volte più grande, dove risiedono i 3000 americani che operano nella base missilistica.

Paragonandolo alla apartheid del Sud Africa, ricordo il mio primo impatto, a Kwajalein ed Ebeye come giovane volontario dei Peace Corps nel 1976, quando scrissi: dopo aver trascorso il pomeriggio a Kwajalein mi sono vergognato di essere un cittadino americano. La palese segregazione tra dipendenti civili e militari americani su Kwajalein Island, e il bacino di manodopera a basso costo costituito dai Marshallesi nella vicina isola di Ebeye , mi fa capire che il razzismo non è confinato solo nel sud degli Stati Uniti. (13)

E proprio per assicurare la longevità della asimmetria, l’Etao americano ha inserito un piccolo caveat nel Trattato del 1963 “Limited Atmospheric Test Ban”, che consente agli Stati Uniti di riprendere unilateralmente test nucleari nelle Isole Marshall, nonostante le assicurazioni contrarie fornite durante i negoziati del 1986 con la cosiddetta “Safeguard C", con la quale si chiede anche la disponibilità degli atolli Johnston e Kauai nell'arcipelago delle Hawaii, e l’atollo di Enewetak nelle Marshall, sotto gli auspici dell’ufficio di supporto del Dipartimento per l’Energia (DOE) per l’area del Pacifico a Honolulu (14)
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Molti atolli precedentemente abitati rimangono off limits a causa di decenni di persistente radioattività causata dalle bombe atomiche che hanno mandato in frantumi la pace a Bikini e Enewetak. Figurarsi infine se gli Stati Uniti abbiano ritenuto opportuno fare la cosa giusta e pagare i 2 miliardi dollari scaduti per il retaggio nucleare, una piccola parte del bilancio annuale di Star Wars. (15)

Un pescatore messicano che si era perso nelle isole Marshall, ha recentemente scoperto su Ebon delle formazioni coralline oscure in cima a vulcani spenti e sommersi, a prova che la vita continua ed è sopravvissuta negli ultimi duemila anni. E anche se Jose Salvador Alvarenga ha detto che non aveva idea di dove fosse, lo Zio Sam ha sempre saputo dove queste piccole isole sono: pietre miliari strategicamente situate nel ventre del Pacifico nord-occidentale, sulla soglia verso l’Asia in attesa di partenariati commerciali Trans-Pacifico .

Indubbiamente il leggendario Etao è da qualche parte in agguato su queste isole un tempo pacifiche assaporando il lavoro dei suoi protettori americani.

Glenn Alcalay è professore a contratto di antropologia alla Paterson University e Montclair State University nel New Jersey. Alcalay era un volontario dei Peace Corps sull'atollo di Utrik nelle Marshalls e ha condotto una ricerca intitolata: anomalie riproduttive tra gli isolani esposti al vento delle radiazioni.

Glenn Alcalay


Glenn Alcalay è professore a contratto di antropologia alla Paterson University e Montclair State University nel New Jersey. Alcalay era un volontario dei Peace Corps sull’atollo di Utrik nelle Marshalls e ha condotto una ricerca intitolata: Anomalie riproduttive tra gli isolani esposti al vento delle radiazioni.
Glenn può essere raggiunto all'indirizzo mail:alcalayg@wpunj.edu

L’articolo originale di Glenn Alcaly può essere letto a questo link:
https://www.counterpunch.org/2014/03/11/human-radiation-experiments-in-the-pacific/

Note.
(1) United Nations. Trust Territory of the Pacific Islands. Trusteeship Agreement.New York. 1947. Article VI.
https://www.fsmlaw.org/miscdocs/trustshipagree.htm. (Purtroppo il sito non è più disponibile)
(2) Grey, Eve. Legends of Micronesia. Book Two. The sly Etao and the sea demon. 1951. Honolulu: Office of the High Commissioner. TTPI, Dept. of Educations. Micronesian Reader Series. Pages 35-36.
(3) Adm. Lewis Strauss, chair-AEC. Press conference about Bravo with Pres. Eisenhower, March 12, 1954, Washington, D.C. The archival footage may be viewed in this clip @ 1:00-4:30 in Part 3 of O’Rourke’s Half Life.
(4) Henry Kissinger, Nuclear Weapons and Foreign Policy. Council on Foreign Relations. Harper Bros.: New York. 1957. Page.75.
(5) Interview with Almira Matayoshi conducted by Glenn Alcalay in Feburary 1981 in Majuro, Marshall Islands.
This interview is online:https://archive.is/M5aH
(6) Judith Miller. “Four veterans suing U.S. over exposure in ’54 atom test.” New York Times. Sept. 20, 1982.
(7) Robert Conard, M.D., et al. March 1957 medical survey of Rongelap and Utrik people three years after exposure to radioactive fallout. Brookhaven National Laboratory, Upton, N.Y. June 1958. Page. 22.
(8) Merrill Eisenbud. Minutes of A.E.C. meeting. U.S.A.E.C. Health and Safety Laboratory. Advisory Committee on Biology & Medicine. January 13-14, 1956. Page 232.
(9) Report by the U.S. Government Survey Mission to the TTPI by Anthony M. Solomon, October 9, 1963. Page 41. The Solomon Report is online:https://archive.org/stream/TheSolomonReportAmericasRuthlessBlueprintForTheAssimilationOf/micronesia3_djvu.txt
(10) Report by the U.S. Government Survey Mission to the TTPI by Anthony M. Solomon, October 9, 1963. Pages 41-42.The Solomon Report is online:https://archive.org/stream/TheSolomonReportAmericasRuthlessBlueprintForTheAssimilationOf/micronesia3_djvu.txt
(11) Stephen Schwartz. “The real price of ballistic missile defenses.” The Nonproliferation Review. April 13, 2012.
(12) Yousaf Butt. “Let’s end bogus missile defense testing.” Reuters. July 16, 2013.
(13) Glenn Alcalay. Journal entry of January 21, 1976. Aboard the MV Militobi. Peace Corps Journal, Marshall Islands 1975-77.
(14) David Evans. “Safeguard ‘C’: U.S. spending millions on plan to re-start Pacific nuclear tests.” Chicago Tribune. August 26, 1990.
(15) Giff Johnson. “At 60, legacy of Bravo still reverberates in Marshall Islands.” Editorial. Marshall Islands Journal. February 28, 2014.

Traduzione dall’inglese da parte della redazione dell’Officinadellambiente.

Ho conosciuto Glenn Alcalay durante il mio soggiorno a San Francisco nel lontano 1977. Glenn era tornato da poco da Utirik dove, come volontario dei “Peace Corps”, per un anno aveva rilevato gli effetti delle radiazioni nucleari sulla popolazione. Anche a lui avevano raccontato la favola del vento che era cambiato improvvisamente e che aveva contaminato le popolazioni degli atolli sottovento a Bikini. Poi, leggendo alcuni rapporti presso il Brookhaven National Laboratory, aveva scoperto che in realtà l’esperimento sugli abitanti era stato pianificato in dettaglio da parte della Atomic Commission, così come era stato pianificato l’invio dei tanto disprezzati volontari dei Corpi della Pace, anche loro usati come “guinea pigs” (cavie). Da allora Glenn è impegnato nella battaglia contro l’energia nucleare sia militare, sia civile e soprattutto contro le menzogne propagandate costantemente dell’establishment americano.
Negli anni ’80 Glenn ha partecipato alla fondazione dell’Uranium Radiation Victims Committee che conta oltre 300.000 vittime, a partire dagli indiani Navajos impiegati, senza nessuna precauzione, ad estrarre Uranio dalle miniere nelle loro riserve, fino alle decine di migliaia di militari che venivano costretti a presenziare senza protezioni alle esplosioni test nel deserto del Nevada.
In quanto conoscitore della lingua delle Marshall, parlata ormai da poche centinaia di persone, Glenn ha partecipato, come interprete, alla “class action” promossa dal Comitato delle Vittime Nucleari contro il Governo degli Stati Uniti, conclusasi con il riconoscimento di 2 miliardi di dollari di danni a favore dei sopravvissuti, peraltro mai elargiti.

Sergio Zabot


Documentario: HALF LIFE (by Dennis O'Rourke - 1985)
Il famoso regista di documentari racconta questa terribile storia con l'ausilio di testimonianze dell'epoca e filmati eccezionali.
Quella che segue è la parte 3 delle 9 complessive del documentario. Le altre parti sono facilmente reperibili su YouTube.


Da YouTube il video di un artista giapponese, Isao Hashimoto, che colloca sul planisfero le 2053 bombe atomiche esplose sulla terra tra il 1945 ed il 1998. Dal primo test del progetto “Manhattan“(USA) agli ultimi test nucleari indiani e pakistani. L’ultimo test atomico è stato effettuato nel 1998.


Glenn Alcalay

 
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