FOTOVOLTAICO ED AGRICOLTURA
Sull’argomento avevamo ricevuto un preoccupato documento di “Alleanza per il fotovoltaico nel quale si esprimeva” sgomento e preoccupazione per l'imminente approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di un decreto legge che intende vietare definitivamente lo sviluppo di impianti fotovoltaici su qualunque tipo di terreno agricolo.”

Tra le altre cose si diceva che “ non c'è nessun conflitto reale tra lo sviluppo delle rinnovabili e l'agricoltura.

Il fotovoltaico a terra non produce impermeabilizzazione del suolo, né alcun impoverimento del terreno e della biodiversità.

Il fotovoltaico non pregiudica - anche alla luce delle nuove opportunità garantite dall'agrivoltaico avanzato - l'utilizzo agricolo; anzi, è acclarato che consente il risparmio idrico e riduce l'impatto della desertificazione.”

“ Secondo i dati più recenti, la superficie agricola nazionale è di circa 16,5 milioni di ettari ma soltanto 12,8 milioni di ettari sono effettivamente destinati alla produzione alimentare (seminativi, coltivazioni legnose, pascolo e orti familiari) mentre i restanti 3,5 milioni di ettari di superficie agricola sono incolti o abbandonati.

A fronte di questi numeri, va detto che soltanto 17.000 ettari di superficie agricola sono attualmente occupati da impianti fotovoltaici ed anche se volessimo installare a terra tutta la potenza fotovoltaica prevista in Italia dal PNIEC per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 sarebbero necessari non più di ulteriori 80.000 ettari circa (appena lo 0,6% della superficie agricola nazionale).”

“Se la norma in discussione … in Consiglio dei Ministri dovesse essere approvata, si impedirebbe la realizzazione di oltre l'80% degli impianti fotovoltaici necessari, bloccando la messa a terra di oltre 50 miliardi di euro di investimenti, senza riuscire a tagliare i costi dell'energia elettrica, una priorità per le famiglie e le imprese.

Le aziende del fotovoltaico non fanno politica, non danno tessere agli associati e non bloccano il paese con i trattori, ma offrono la possibilità di raggiungere gli obiettivi della transizione creando posti di lavoro e sviluppo su territori che ne hanno bisogno, investendo capitali privati senza costi per la collettività.

Forse per questo siamo meno attraenti elettoralmente, ma non ci interessa esserlo. Sappiamo che la nostra forza è quella di accompagnare l'Italia fuori dalla dipendenza dal fossile creando ricchezza e occupazione.
Un'istanza che probabilmente dà fastidio a qualcuno tanto da volerlo evitare.”

Abbiamo verificato: Queste osservazioni sono servite, infatti il Governo ha emesso un decreto nel quale si dice che sarà possibile installare pannelli solari sui terreni agricoli, ma solo se sollevati da terra, in modo da permettere la coltivazione sottostante ed inoltre sono salvi i progetti già presentati e le comunità energetiche finanziate dal Pnrr.

Permane quindi il divieto solo per gli impianti collocati a terra, che impediscono qualsivoglia coltivazione.

Inoltre Il decreto concede di installare i pannelli in terreni agricoli "compromessi, come quelli fino a 300 metri dalle autostrade o fra autostrade e ferrovie".



Fonti:
MAIM
Terra e vita 7 maggio.
Sergio Saladini