L'UMAREL 23 - NORMALITA'
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l’altro giorno stavo andando in posta e ho trovato un cantiere stradale, buco per terra, recinzioni metalliche, cesata di plastica, scavatore che spostava terra, pezzi di asfalto, tubi ed altro come se avesse una mano; devo confessarti che, per una volta, non avevo niente da ridire, avrebbe potuto cucire un vestito come i cavalli di Gulliver, e gli altri operai attorno che non erano neanche meravigliati, tutto normale, ma ai nostri tempi non lavoravano così bene, così precisi, qui dovevano cambiare dei tubi, c’era lì il pezzo nuovo, già isolato e protetto, e pronto da collegare, sono stato lì un po’ per vedere se era un caso ma niente, erano già quasi le 5 poteva anche essere stanco e fare una cazzata, invece niente; adesso dovremo andare a cercare se ce ne sono degli altri che lavorano così bene o se è stato un caso; quando mi sono stufato sono andato in posta, una raccomandata da spedire a quegli uffici arretrati, atecnologici, che non sanno neppure maneggiare una mail, figuriamoci una pec, era quasi l’ora di chiusura, mancavano tre minuti, mi ero perso a guardare lo scavatore, entro ed è vuoto, né clienti né impiegati, guardando meglio ho visto una signora appoggiata ad un armadio che mi apostrofa: “COSA DEVE FARE?” , una raccomandata, GUARDI CHE NON PARTE PIU’ OGGI, va bene non importa, allora si sbrighi che dobbiamo chiudere, mi metto al banchetto da scrivere in piedi, sedie no altrimenti ci metti troppo tempo e gli consumi l’ossigeno, prendo i miei occhiali, i moduli che mi hanno tirato sotto al vetro che protegge gli impiegati, un tempo dalle rapine, oggi da noi, trascrivo destinatari e mittente su tre moduli, in stampatello, avrei voluto conoscere la scrittura gotica tanto per fare un dispetto ma fa niente, vado allo sportello ma la signora è sempre appoggiata allo stesso armadio, c’è un altro impiegato che smanetta sulla tastiera, e vedo che nel POS c’è una carta di credito e spero di aver trovato un benefattore che mi pagherà la spedizione, ma dopo un minuto mi dice “arrivo subito” senza girarsi, sento che un suo collega armeggia con le porte e spero che non mi facciano prigioniero, intanto il nostro impiegato toglie la carta di credito perché si stava facendo i cazzi suoi e si gira verso di me, prende i moduli li guarda e me ne rende uno, guardi deve scrivere anche qui, faccio, li prende, li mette nella macchinetta, toglie e mette etichette, sembrava uno di quelli delle tre carte, mi fa pagare, dà la ricevuta con evidente sollievo e mi guarda con intenzione, cosa fai ancora qui ce l’hai una casa? e vattene a casa, saluto ed esco lentamente non per dispetto, mi fanno male le ginocchia e finalmente sono libero, vado verso la fermata del tram, sperando di trovare un cavallo bianco che mi porti a cavalcare sulla spiaggia, dimenticare il mondo, la gente maleducata ed egocentrica, cerco un posto normale ma cos’è normale, il comportamento più diffuso? allora la posta è il luogo universale della normalità, l’abbiamo trovato e non si deve cercare più, se appare la domanda “ma questo è normale” “tu non sei normale” “ho voglia di normalità”, cerca un ufficio postale di medie dimensioni, entra, prendi il bigliettino e fai finta di metterti in fila, guarda tutto quello che succede, bastano pochi minuti e capirai;













Folco de Polzer