ZINO PENSIERO: quanto può l’amore: da “Dama sciocca” a intellettuale raffinata.
Per amore si può migliorare tanto, addirittura modificare la propria personalità: da uno stato di stupida incoscienza e di ignoranza totale ad una intelligente proposizione di sé, da “tonta” a “tonta ingegnosa” (Lope De Vega Carpio, La dama sciocca, p. 123).
La forza e la determinazione dell’amore spingono, in generale, a dare il meglio di sé stessi.
Nella “commedia sciocca” di Lope De Vega il passaggio dallo stato di stupidità all’intelligenza è stimolato da un ambiguo personaggio, Lorenzo, al quale più che l’elevazione culturale di Finea, la “tonta ingegnosa”, interessa la cospicua dote che la donna porterebbe con sé con il matrimonio.
In un passo della “commedia sciocca” tutta la sua strategia di approccio – nello stesso tempo – alla donna e al relativo gruzzolo è icasticamente espresso: “Ben merito questo trionfo, poiché le ho dato l’intelligenza, anche se mi porta in cambio quarantamila ducati.” (Ibidem).
Nella prima parte della commedia sono esilaranti alcune scene nelle quali Finea dà prova della sua innata stolidaggine.
L’autore mette in contatto l’ispirazione romantica e sensibile di Lorenzo con la tronfia ignoranza di Finea: “LORENZO. Ora mi accorgo, vezzosa signora, che il sole non spunta solamente dal lato di oriente, poiché lo vedo sorgere dai vostri occhi con raggi più splendenti e luci piramidali … Ma se ha già tanta forza appena voi vi mostrate, che farà poi a mezzodì? FINEA. Mangerò a quell’ora. E non piramidi e raggi, ma cose sostanziose. “(Lope De Vega, cit., p. 42).
Ma Lorenzo, da personaggio perfido e ingannatore, non si meraviglia per le battute sciocche della donna: le mette in conto di una normalità di comportamento.
Secondo il suo perfido piano, si può sempre rimediare ad una dose non esagerata di sciocchezza con corsi accelerati di cultura, di bon ton, di savoir faire, di self control. Anche Lorenzo ha momenti di sconforto quando affronta con Finea il tema del matrimonio, che consentirà agli sposi di abitare nella stessa dimora. L’ingenuità di Finea non conosce limiti. “LORENZO. Vostro padre e vostra madre si sono sposati proprio così. E da ciò siete nata voi. … FINEA. Quando s’è sposato mio padre, non c’ero anch’io? LORENZO. (tra sé) Ci può essere una simile scempiaggine? Ho paura che questo vantaggio che perseguo finirà per farmi dar di volta il cervello!” (Lope De Vega, cit., p. 44).
Il cinico Lorenzo, per seguire il suo primario obiettivo abbandona il primitivo progetto di sposare Nice, la sorella di Finea, donna bella, intelligente e pronta, ma con una dote inferiore a quella destinata alla stessa Finea.
E qui, tramite il personaggio perverso di Lorenzo, Lope De Vega Carpio coglie un aspetto eterno dell’agire umano, quello legato al possesso di mezzi e di disponibilità economiche che possano consentire una vita più agiata, serena, meno condizionata da fattori imbarazzanti e da rinunce eclatanti: secondo alcuni supergaudenti il denaro rende la vita più comoda e felice.
Un tema che nella nostra civiltà del consumismo, dell’apparire, della ritualità omologante impressiona e preoccupa gli osservatori più sensibili: essere o avere, un vecchio tema, che nel nostro tempo non viene richiamato più, tanto è distante dal sentire comune, dalla pratica morigerata delle virtù civili e dell’umano sostegno reciproco. “Non capisci che il sole del denaro val più che quello dell’ingegno? Chi è povero, sarà sempre tenuto in conto di sciocco; chi è ricco, in conto di sapiente.
Non c’è onta nella nascita, per grave che possa apparire, che il denaro non riesca poi a coprire interamente, né c’è naturale difetto che la gran povertà non accresca e metta in mostra. Da oggi cercherò in ogni modo di far innamorare Finea.” (Lope De Vega, cit., p. 41).
Quanta acuta capacità di osservazione della società si nota nella “commedia sciocca” di Lope De Vega!
Povertà e ricchezza, due strumenti di azione oppositivi, che conducono in due direzioni diverse: l’eccellenza sociale e la marginalizzazione, la fruizione di tutto e la negazione dell’indispensabile.
Il cinico Lorenzo può essere facilmente assimilato a tanti personaggi del nostro tempo: rampanti arrampicatori, self made men, esponenti del jet set internazionale che riescono a capovolgere tutte le previsioni e tutte le aspettative: “e il giunge, e tiene un premio / ch’era follia sperar “.


apparso anche su internet e su La Sicilia del 01 10 2023.
Zino Pecoraro