DI NECESSITA', VIRTU' 6 [img4ce] Pannelli solari galleggianti. Ho trovato interessante un articolo di Gianluca Riccio su “Futuro prossimo” nel quale si segnala che una società portoghese, la SolarisFloat, specializzata in energia solare, ha sviluppato Proteus, un prototipo di parco solare galleggiante i cui pannelli durante il giorno si muovono per seguire il Sole e sfruttare al meglio i suoi raggi. I pannelli bifacciali ruotano su due assi con sensori meccanici, consentendo un maggiore assorbimento della luce solare e aumentando l'efficienza. Tra i vantaggi degli impianti solari galleggianti viene segnalata innanzitutto, la collocazione, in quanto essendo posti in acqua possono sfruttare come refrigerante naturale lo specchio d'acqua su cui sono adagiati, evitando di surriscaldarsi, inoltre la ridotta temperatura dell'acqua sotto il parco solare evita il proliferare di alghe tossiche, favorendo la conservazione degli ecosistemi acquatici. [img1ce] Inoltre riduce l'evaporazione degli specchi d'acqua. Uno studio pubblicato su Science, mostra riduzioni fino al 42%. Questa soluzione potrebbe essere particolarmente utile per quelle nazioni che sono ospitate in territori poco ampi dove ogni metro quadro è prezioso, specie se sono situati in prossimità di grandi specchi d’acqua o vicino alle coste (Isole quali il Giappone, Inghilterra, ecc.) Fonte: Futuro prossimo. [img4ce] Pannelli solari fatti di alghe. Dal Messico arrivano i biopannelli fatti di alghe: assorbono anidride carbonica, liberano ossigeno e producono energia. Nell’articolo di Martina Alfieri ospitato da Ohga, si riferisce come “gli innovativi pannelli, ideati da una startup messicana, per ogni chilo di biomassa vegetale sono in grado di catturare 2kg di CO2, contrastando l’inquinamento, e producono inoltre energia a partire dalla radiazione solare”. Quindi agiscono come i normali pannelli solari, ma per mezzo delle alghe ospitate insieme ad acqua nella struttura ed alla azione della fotosintesi, rilasciano ossigeno nell’aria. Da non sottovalutare il colore verde brillante che le contraddistingue. “L’acqua, mescolata a delle nanoparticelle di carbonio riciclabili, imprigiona inoltre il calore che, attraverso un generatore termoelettrico, può diventare energia da utilizzare per la casa” [youtube1] “Ovviamente, più i pannelli/finestre sono esposti alla luce del sole, maggiore sarà la loro efficacia: le alghe, infatti, cresceranno di più, assorbendo più anidride carbonica, mentre l’acqua che scorre nella struttura si scalderà più in fretta, aumentando l’energia prodotta”. Fonti: Ohga, Greenfluidics,Youtube. [img4ce] Pavimento fotovoltaico calpestabile. Dei recenti campionati mondiali di calcio che si sono svolti in Quatar molte sono le immagini che ci resteranno, prescindendo dagli esiti e dai racconti sportivi. Io stunami che ha travolto molti esponenti politici europei che si è scoperto essere stati al soldo di Varie nazioni africane tra cui Marocco e Quatar, prima ancora le oltre seimila vittime che sono state l’altissimo prezzo pagato per l’allestimento degli impianti sportivi, il comportamento coraggioso di alcune squadre contro la repressione (Iran) e contro le rigide regole da rispettare per non turbare i governanti del paese ospitante (Germania), ecc. Tra le grandi vittime di questi campioni bisogna certamente annoverare l’ambiente per via delle trasformazioni, o meglio alterazioni, che si sono volute realizzare per rendere questi luoghi “a misura dei turisti-tifosi” provenienti da tutto il mondo. Germana Carillo in un interessante articolo riportato da GreenMe ci segnala, però, anche l’utilizzo, intorno ad alcuni stadi, di un pavimento che si chiama SUNPave: è fotovoltaico, calpestabile e può alimentare aria condizionata, illuminazione e frigoriferi “Si tratta delle piastrelle fotovoltaiche SUNPav, in grado di adattarsi a coperture e facciate edilizie, marciapiedi, piattaforme galleggianti e persino ai binari ferroviari. È in pratica un pavimento fotovoltaico calpestabile nato nel 2017 dal progetto internazionale PVTopia, che aveva l’obiettivo di realizzare un prodotto su misura per la regione MENA (“Medio Oriente e Nordafrica”), in grado di resistere perfettamente ai climi caldi locali senza perdere di efficienza. [img2ce] L’iniziativa, lanciata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Alessandria e di Glasgow Caledonian, ha realizzato il primo prototipo da 1 kW nel 2019 in Egitto, poco dopo la registrazione del brevetto per fondare la società SUNPave. In questo mare di contraddizioni caratterizzato da enormi quantità di acqua di mare desalinizzate per i campi di calcio e per alcune esigenze dei turisti, l’utilizzo intensivo di impianti di raffreddamento per spazi chiusi e talvolta aperti, questa piccola interessante esperienza ci lascia sperare che, spenti i riflettori sul campionato, si possano realizzare tali manufatti per migliorare la vita dei residenti. Fonte: Greenme. [img4ce] Mattoni “stampati” coi gusci delle cozze. Una start up tarantina è stata premiata con il Bluegreen climate change. I componenti sono tutti giovani di Taranto e hanno un’età tra i 25 e i 32 anni La loro intuizione è stata quella di recuperare e riutilizzare i gusci delle cozze, che nelle loro terre sono una importante componente dei rifiuti organici e trasformarli in mattoni attraverso l’uso di una semplice stampante 3D. [img3ce] In una intervista che hanno rilasciato a “L’edicola del Sud” spiegano che ”Abbiamo pensato a un simbolo della città, la cozza. Dopo averla mangiata, anziché far finire i gusci nell’organico, abbiamo ideato un processo produttivo che porta all’estrazione del carbonato di calcio, che viene additivato con un composto creando una sostanza per la macchinazione 3D (spiega il team, composto da Michele De Siati, Matteo Peluso e Angelo Iaia)… Le cozze possono facilmente diventare mattoni forati o intere pareti, dipende solo dalla dimensione della stampante…. In realtà non c’è limite alla fantasia, il materiale realizzato con i gusci di cozza può essere usato nel design per stampare di tutto: tavoli, sedie, piccoli oggetti”. Fonte: L’edicoladelsud.it Sergio Saladini
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