Le agavi provengono dalla parte meridionale del Nord America, dalle isole caraibiche, e dalla parte settentrionale del Centro America, con una maggiore concentrazione di varietà e diffusione nell'attuale Messico.
Le prime agavi note ai botanici furono chiamate Aloe americana per la grande somiglianza con l’aloe, originaria dell'Africa.
L'agave e il fico d'India furono scoperti da Cristoforo Colombo nell'isola Guanahani nelle Bahamas.
Ma in Europa le agavi vennero introdotte solo dopo la conquista del Messico (1521-25).
Si propagarono poi per tutto il bacino del Mediterraneo, sia come coltivazione che come vegetazione spontanea, condizionando addirittura il paesaggio di vaste regioni.
In Europa arrivarono per motivi di studio e solo in seguito furono esportate per le loro capacità riproduttive soprattutto nei paesi europei con caratteristiche climatiche simili a quelle dei paesi d'origine.
Il nome Agave le fu dato nel 1753 da Linneo (1707– 1778 medico, botanico e naturalista svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.)
Attualmente The Plant List (lista di nomi botanici di specie di piante, creata dai Royal Botanic Gardens di Kew e dal Missouri Botanical Garden: nelle intenzioni degli autori deve includere tutti i nomi conosciuti delle specie) riconosce 200 specie.
Le foglie delle agavi sono carnose, hanno nervature parallele con una consistenza fibrosa, sono larghe fino a 25 cm e lunghe fino a 2,50 metri. Quasi sempre le foglie sono dotate di una spina apicale legnosa lunga fino a 5cm; nella maggior parte delle specie sono presenti spine legnose anche lungo i margini.
La pianta fiorisce quando raggiunge la maturità tra i 10 e i 50 anni di età, dopodiché generalmente muore.
Le infiorescenze si formano su un unico ramo che si genera al centro della rosetta della lunghezza anche di parecchi metri; i fiori hanno sei petali e sei stami.
La pianta dell'agave ha molti usi, infatti si utilizzano le sue foglie, che sono ricche di fibre, per produrre canapa, corde, reti, ecc. Dalla tessitura ricordiamo il famoso cappello di Panama e la produzione di amache.
Dall'agave vengono inoltre prodotte diverse bevande: pulque, il mezcal e la tequila.
Per la produzione di tequila vi è un procedimento molto particolare "Quando all'agave comincia a crescere lo stelo fiorale, questo viene tagliato. La pianta reagisce riprendendo la sua crescita, soprattutto nella parte centrale del fusto facendolo gonfiare e lì si concentra una grande quantità di zuccheri. Quando è bello gonfio a quel punto, la pianta viene tagliata dalla radice e la parte centrale viene ridotta ad una sorta di pigna, che pesa dai 12 ai 45 kg.
La TEQUILA prende il nome dalla città messicana di Tequila dove per prima è stata distillata. Attualmente, dal 1974 è stata ufficialmente riconosciuta l'originalità della Tequila a livello internazionale ma solo quella prodotta nelle regioni di Jalisco, Nayarit, Michoacán e Guanajuato del Messico che deve contenere almeno il 51% di distillato di agave e deve essere prodotta esclusivamente dall'Agave tequilana weber varietà Azul".
L’agave è considerata un simbolo di longevità. La caratteristica dell'agave di fiorire una sola volta nella vita rende l’agave un simbolo di amicizia duratura ma il significato di questa pianta e dei suoi fiori viene legato anche ad un sentimento di amore molto forte, sicuro e davvero sincero tanto da perdurare per parecchi anni.
L'agave su lo scoglio
(Eugenio Montale, Ossi di seppia; Meriggi e ombre-1925)
O rabido ventare di scirocco
che l'arsiccio terreno gialloverde
bruci;
e su nel cielo pieno
di smorte luci
trapassa qualche biocco
di nuvola, e si perde.
Ore perplesse, brividi
d'una vita che fugge
come acqua tra le dita;
inafferrati eventi,
luci-ombre, commovimenti
delle cose malferme della terra;
oh alide ali dell'aria
ora son io
l'agave che s'abbarbica al crepaccio
dello scoglio
e sfugge al mare da le braccia d'alghe
che spalanca ampie gole e abbranca rocce;
e nel fermento
d'ogni essenza, coi miei racchiusi bocci
che non sanno più esplodere oggi sento
la mia immobilità come un tormento.
Fonti:
www.futur-ism.it
www.elicriso.it
it.wikipedia.org
www.greenme.it
https://www.giardinaggio.net
(foto Anna Zacchetti)