TORRENTE LAVAGNA, 7 CHILOMETRI DI DESERTO
LA SICCITA' E LE COLPE - IL RECUPERO DELLA FAUNA ITTICA
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LA SICCITA' E LE COLPE


E’ noto a tutti che la siccità quest’estate ha provocato seri problemi in tutto il paese.
Invece pochi sanno quanto è successo sul torrente Lavagna, che scorre in Val Fontanabuona, la valle che risale nell’entroterra di Chiavari, nel levante genovese.

Gli ultimi sette chilometri del torrente sono stati completamente prosciugati da un pozzo di raccolta di acqua potabile, scavato a Coreglia, appunto sette chilometri a monte della confluenza del Lavagna con il fiume Entella.
A valle del pozzo di prelievo l’acqua del torrente, che prima scorre appena, scompare letteralmente per 7 chilometri.
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Questo pozzo viene utilizzato da IREN, poliedrica società che si occupa anche della distribuzione dell’acqua in tutto il levante genovese, come supporto al fabbisogno di acqua delle località costiere di Rapallo, Santa Margherita e Portofino.

Nei mesi di giugno luglio e agosto il prelievo di acqua è stato indiscriminato e dannoso, (proprio come è accaduto al lago di Bracciano, uno dei punti di rifornimento idrico di Roma) provocando la asciutta totale del torrente, con conseguente moria di molti pesci e il pericolo dello sterminio totale di migliaia e migliaia di esemplari, rifugiati in stato di vita precario nelle poche maleodoranti e asfittiche pozze rimaste.

In termini di semplice ecologia basilare è indispensabile che nei corsi d’acqua venga sempre garantito un flusso minimo (cioè il DMV, deflusso minimo vitale) e che nei bacini sia conservato un livello base definito.

Naturalmente nessuno sostiene che sia corretto o preferibile lasciare senza acqua i cittadini ma, considerati gli evidenti cambiamenti climatici in corso, si dovrebbe pensare quanto prima a soluzioni che non richiedano né consentano assolutamente il prosciugamento totale di corsi d’acqua o di bacini.

Questi effetti si potrebbero evitare attraverso la costruzione di piccoli e diffusi invasi di raccolta e con l’interconnessione di svariate vecchie e nuove linee di approvvigionamento idrico (a Genova sta diminuendo il numero di abitanti e quindi potrebbe esserci disponibilità idrica anche nel lago del Brugneto, fonte idrica importante per la provincia).

Insomma anche per le acque, come per troppe altre vicende, sarebbe indispensabile una accurata e previdente politica delle Provincie, della Regione insieme ad una seria condivisione delle responsabilità verso l’ambiente anche da parte delle società di distribuzione delle acque.

Sperare nel ritorno delle precipitazioni per la normalizzazione della situazione e finalmente dimenticare il tutto è, al solito, il modo dello struzzo di nascondere la testa nella sabbia.
Peraltro questa leggendaria attitudine, nello struzzo, è tutta da confermare.

IL RECUPERO DELLA FAUNA ITTICA


L’associazione di pescatori Fi.Ma.-Chiavari (FaceBook) ha lanciato da sola e per prima l’allarme sulla situazione del Lavagna di questa estate.

Il Presidente della associazione Umberto Righi e numerosi volontari tra gli iscritti sono prontamente e ripetutamente intervenuti per contenere i danni dovuti alla siccità ma molto aggravati dal prelievo massiccio di acqua del pozzo IREN di Coreglia.

Quella che segue è una foto-sequenza che cerca di spiegare il tipo di intervento effettuato per salvare i pesci dalle poche buche rimaste nel tratto di torrente in secca.

Durante gli svariati interventi degli ultimi giorni di agosto sono stati recuperati, e poi reimmessi in corsi d’acqua adeguati, ben 1500 kg di pesce tra cavedani, barbi, anguille, vaironi, cobiti etc.

Di questo ringraziamo, a nome di tutti gli appassionati di natura e di pesca, i volontari, i soci della Fi.Ma e le guardie della F.I.P.S.A.S. che hanno anche messo a disposizione i mezzi tecnici necessari.

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Qui sotto, in ALLEGATO N1, un interessante ed esauriente articolo di Umberto Righi, Presidente della FIMA-CHIAVARI, su questo stesso argomento.

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(Foto di Umberto Righi e Enrico Tranchina)
Enrico Tranchina