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giugno 2014
PARCHI URBANI: IL PARCO DI MONZA
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Il Parco di Monza è uno tra i maggiori parchi storici europei, il quarto recintato più grande d'Europa e il maggiore circondato da mura. Ha una superficie di 688 ettari ed è situato a nord della città, tra i comuni di Lesmo, Villasanta, Vedano al Lambro e Biassono.
Con i Giardini della Villa Reale costituisce un complesso di inestimabile valore paesaggistico, storico, monumentale e architettonico.
Un gioiello che sta sempre più assumendo un ruolo fondamentale dal punto di vista naturalistico-ecologico in un'area a fortissima urbanizzazione.
Rappresenta anche un polmone insostituibile per gli abitanti che gravitano intorno ad esso, come dimostra il fatto che oltre un milione di persone lo frequenta annualmente.
Ma è anche l'unica oasi , un sicuro rifugio, per tante specie animali e vegetali.

STORIA DEL PARCO

Il parco fu voluto da Eugenio di Beauharnais, che era il figliastro di Napoleone e viceré del Regno d'Italia, come complemento alla Villa Reale voluta da Maria Teresa d'Austria . Il decreto napoleonico del 1805 costituisce il parco come estensione dei Giardini Reali. La costruzione iniziò nel 1806. Da un documento epistolare la madre Giuseppina Bonaparte chiede al figlio Eugenio di costruire un parco più grande di quello di Versailles. Il desiderio verrà esaudito: infatti mentre Versailles occupa un area di 250 ettari, il Parco di Monza sarà di ben 688 ettari.

Il parco nacque come una tenuta modello che conciliava il soggiorno suburbano del sovrano alla possibilità di disporre di una riserva di caccia personale. Tuttavia sono diverse le ipotesi sulla reale esigenza che portò alla sua realizzazione. Secondo Francesco Rephisti, la fondazione del parco poteva essere vista come la predisposizione di una grande riserva territoriale a pochi chilometri da Milano, allora capitale del Regno d'Italia, pronta ad accogliere in caso di esigenza grossi contingenti militari. Ad avvalorare quest'ipotesi ci sarebbe stato il corposo allevamento reale di cavalli alla Villa Pelucca, a Sesto San Giovanni. Secondo Cinzia Cremonini invece la villa e il parco dovevano esaltare la grandezza dell'Imperatore, del quale Eugenio di Beauharnais era l'erede.
L'acquisizione dei terreni avvenne in tre riprese, dal 1805 al 1808, procedendo subito dopo alla costruzione del muro di cinta, utilizzando, tra l'altro, i resti delle mura medievali della città.
Intorno al 1808 il Parco di Monza diventa così il più esteso parco cintato d'Europa, con un muro di recinzione lungo 14 km.
All'interno della cinta muraria furono compresi campi agricoli, strade, cascine, ville e giardini preesistenti e ora facenti tutti parte del complesso, quasi un compendio del territorio agricolo lombardo.
Il significato di tale operazione era soprattutto politico: infatti la costruzione di un parco come Versailles avrebbe provocato malcontento nella popolazione locale, mentre il Parco di Monza, mantenuto a tenuta agricola, con le serre botaniche, gli orti e i frutteti, venne in parte giustificato. Il Canonica ha modellato e modificato le strutture esistenti, abbattendo alcune le cascine e trasformato aggiungendo elementi di stile neoclassici alle ville Mirabello e Mirabellino, per collegarli con quello della Villa Reale.
Furono individuate tre zone principali, corrispondenti ad ambienti naturali diversi:
la zona vicina alla Villa Reale, a Sud, mantenuta a giardino e campagna aperta;
la zona a Nord, sicuramente la più indicata allo scopo, venne piantumata a bosco, il cosiddetto "Bosco Bello", funzionale soprattutto alla caccia;
la fascia lungo il fiume Lambro, in posizione inferiore rispetto alle ville e alla parte agricola centrale, mantenuta con vegetazione riparia da zona umida.
Grande attenzione fu data agli allevamenti degli animali da liberare nel parco per la caccia. Venne creato un vasto serraglio per i cervi, all'interno del bosco bello, verso Lesmo, mentre alcune cascine furono adibite ad allevamento di fagiani. Per impedire poi agli stessi animali di fuggire furono realizzate due cancellate per chiudere l'ingresso e l'uscita del fiume Lambro.
Per collegare le diverse zone del Parco, Canonica creò un asse principale Nord-Sud, il viale Mirabello e il suo proseguimento, il viale del Gernetto, che porta sino al "Rondò della Stella", al centro del "Bosco Bello". Trasversalmente a tale viale una rete di viali secondari distribuisce i percorsi in tutto il Parco.
La strutturazione del vasto territorio, agricolo e boschivo con l'adattamento e la trasformazione delle cascine e delle importanti architetture di ville esistenti all'interno del territorio del Parco, la costruzione e il riordinamento di ampi viali rettilinei alberati, il modellamento del terreno e l'adeguamento del sistema idrico alle nuove esigenze del Parco, hanno dato vita ad un Parco senza precedenti, ancora oggi, unico nel suo genere.Tra il 1807 e il 1900, il Parco vide il succedersi di numerosi fruitori e gestori che, pur sfruttando la struttura, mantennero il parco intatto.
La gestione amministrativa asburgica fu improntata alla ricerca della completa autosufficienza economica e comunque della massima redditività, il tutto migliorando ed arricchendo, se possibile, la struttura.

All'interno del parco esistevano delle vere e proprie "aziende", tra cui i "regi vivai" che, oltre a servire il Parco, operavano in proprio e vendevano le piante a terzi. I prodotti agricoli, tra cui l'uva e le foglie di gelso per la bachicoltura, venivano sfruttati e venduti. Persino le foglie secche ed i ceppi morti (da estirparsi a cura dell'acquirente) avevano un prezzo di vendita. Un aspetto a sè era infine rappresentato dai boschi, che erano esclusi da qualsiasi forma di affitto e dipendevano strettamente dall'amministrazione Reale.

L'amministrazione provvedeva all'organizzazione della tenuta agricola e di caccia secondo procedure e regolamenti scritti molto precisi e severi. Il territorio del parco era diviso in appezzamenti (colonie) e dato in gestione ad affittavoli che pagavano il canone parte in danaro e parte in "natura". Anche per tale rapporto esisteva un apposito regolamento.

Le pene per i trasgressori ai regolamenti erano molto elevate e venivano applicate con severità "asburgica". E' riportato il caso, per esempio, di un bracconiere, colto sul fatto mentre catturava per mezzo di una trappola, un fagiano all'interno del parco, che viene rinchiuso in galera per dieci giorni e, di seguito, immediatamente spogliato di tutti i suoi averi e sfrattato dalla casa e dai campi con tutta la famiglia.

Una serie di prodotti furono introdotti nel parco a scopo di sperimentazione agricola. Sappiamo ad esempio di coltivazioni di lupini e di produzione di olio di oliva, con un torchio alloggiato presso il Mirabello.

Nel 1860 il parco passò alla famiglia Savoia . Umberto I di Savoia soggiornò a lungo a Monza, soprattutto per la vicinanza di una donna da lui amata, la contessa Litta, la cui villa in Vedano era confinante con la tenuta reale. Grazie al sovrano, il parco mantenne il suo primitivo splendore sino al 29 luglio del 1900, quando Umberto venne ucciso proprio davanti alla Villa Reale. Il figlio di Umberto I, Vittorio Emanuele III, non amava la tenuta monzese e nel 1919 la cedette all'Opera Nazionale Combattenti. L'istituzione, cercando di trarne un profitto immediato, propose soluzioni progettuali, mai realizzate, tra cui la costruzione di una "città giardino all'interno del parco" con strade, case, campi sportivi ed attrezzature ricreative.

Tramontata l'ipotesi del progetto, nel 1920 l'Opera Nazionale Combattenti strinse un accordo con il Consorzio costituito dai comuni di Monza e di Milano, insieme con la Società Umanitaria. Tale consorzio, che perseguiva logiche volte al massimo sfruttamento del parco da un punto di vista economico, diede a sua volta in concessione alcune aree a soggetti che ne avrebbero sconvolto l'originale configurazione. Nel 1922 venne concessa alla SIAS (Società per l'Incremento dell'Automobilismo e Sport) un'area di 370 ettari nella parte nord-occidentale del parco sulla quale, anche grazie alle spinte ricevute dal senatore Silvio Benigno Crespi, presidente dellaBanca Commerciale Italiana e dell'Automobile Club d'Italia, fu realizzato nel tempo record di 110 giorni l'Autodromo di Monza.
Al giorno d'oggi, pur avendo perso gran parte dell'originaria fisionomia, il Parco conserva una buona varietà arborea, particolarmente significativa e importante, se contestualizzata nel panorama quasi interamente urbanizzato di Monza e dei comuni limitrofi a nord. Particolarmente significativa inoltre la presenza del Bosco Bello, una delle ultime testimonianze delle antiche foreste di pianura presenti in Lombardia, circoscritta tuttavia nell'area nord del Parco, ripetutamente compromessa per via dell'Autodromo e dei relativi continui interventi di diboscamento.
Fra le specie più caratteristiche e maggiormente diffuse nel parco il Carpino bianco (Carpinus betulus), l'Ippocastano (Aesculus hippocastanum), il Liriodendro(Liriodendron tulipifera), varie specie di Platano, il Ciliegio selvatico (Prunus avium) e il Tiglio (Tilia cordata); fra gli arbusti il Biancospino (Crataegus monogyna), il Corniolo(Cornus mas) e l'Evonimo (Euonymus europaeus).

IL PARCO OGGI

Cessata la funzione di riserva reale di caccia e la successiva di tenuta agricolo modello, il Parco vanta attualmente un discreto numero di specie animali spontanee, ai quali vanno aggiunte le specie allevate, in particolar modo bovine (Mulini San Giorgio) ed equine (Mulini San Giorgio e Cascina Cernuschi). Uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Pavia unitamente al Museo di storia naturale di Milano hanno individuato una sorprendente varietà di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci, che contribuiscono ad aumentare sensibilmente l'importanza e il valore di quest'area verde.
La fauna del Parco è costituita per la maggiore dallo scoiattolo rosso ,dalla lepre europea , dal ghiro , dalla talpa europea, dalla volpe rossa , dal coniglio selvatico e dal riccio comune , per quanto riguarda i mammiferi; dal picchio rosso maggiore dal picchio verde e dal picchio muratore , per quanto riguarda i picchi, dall'anatra mandarina , dal germano reale , dalla nitticora , dal martin pescatore e dall'airone cenerino ,per quanto riguarda gli uccelli acquatici, dalla poiana , dall'allocco , dal gufo comune , dalla civetta e dalgheppio , per quanto riguarda gli uccelli rapaci; dal ramarro e dal colubro d'Esculapio , per quanto riguarda i rettili; dalla rana di Lateste , dal tritone crestato italiano e dal rospo smeraldino , per quanto riguarda gli anfibi; dalla carpa comunee dal cavedano, per quanto riguarda i pesci.
Nel Parco hanno sede numerosi servizi e strutture.
Dal noleggio delle bici alle visite in carrozza, luoghi per mangiare e per fare sport, messe religiose e una scuola d'agraria.
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NEL PARCO SI PUO' TROVARE :

Sul prato tra la Cascina Cernuschi, sede dei Carabinieri a cavallo e la zona retrostante la Valle dei Sospiri, Mauri ha creato una grande Voliera per umani: un cupolone costituito da tronchi intrecciati, che terminano al centro con un pilastro cavo, anch’esso formato da rami intrecciati, chiamato “cuore delle cerimonie”.
L’opera, inaugurata il 26 novembre 2006, è realizzata con materiali raccolti nel Parco di Monza: legni come il castagno, il nocciolo, l’olmo, il faggio, ecc. E poi il fango, le corde.

20 edifici tra le cascine e le ville

E' possibile partire per un tour alla scoperta degli angoli più nascosti del nostro Parco su un piccolo trenino.
Stazione di partenza: Villa Mirabello

Noleggio delle bici all’interno della Cascina Bastia nel Parco della Reggia di Monza.

Dormire nel Parco : ci sono due strutture che permettono il pernottamento.
Ostello della gioventù .Gestito dalla coop. META, l'Ostello ha sede in una costruzione a due piani del 1824, la Cascina Costa Alta.
E-mail: ostello@metacoop.org
Sito web: www.metacoop.org/ostello.html
Camping Autodromo .Il Campeggio, inserito vicino all'Autodromo, è completamente illuminato e dispone di 220 piazzole adatte ad ospitare campers e tende.
Aperto da aprile a settembre. Via Autodromo Tel. 039.387771

La Biblioteca del Parco si trova presso Villa Mirabello.

Nel Parco, vicino all'autodromo, c'è una piscina scoperta olimpionica (50 mt.).
L'ingresso è in prossimità dell'ingresso Santa Maria alle Selve (adiacenze autodromo, campeggio)

Molte Associazioni svolgono la loro attività nel Parco di Monza o sono legate ad esso, contribuendo alla sua conoscenza e proponendo iniziative per il suo sviluppo.

Associazione Italiana della Rosa
Roseto Niso Fumagalli, Villa Reale
Tel. 039.320994

Comitato per il Parco
Tel. 039.382147
E-mail: info@parcomonza.org
Sito web: www.parcomonza.org
l'associazione organizza un calendario annuale di manifestazioni nel Parco per adulti e bambini, visite guidate e sensibilizzazione e salvaguardia del Parco

Gruppo Micologico Vittadini
Tel. 039.382147
E-mail: lido@gmvmonza.org
Sito web: www.airosa.it
lo studio e la divulgazione di notizie sui funghi nel Parco

CREDA Onlus - Centro Ricerca Educazione Documentazione Ambientale
Villa Mirabello
Tel. 039.360367
E-mail: info@creda.it
Sito web: www.creda.it
Orario segreteria: 9.30-13.00 dal lunedì al venerdì
Organizzazione dei week end nel parco e iniziative didattiche per le scuole...

Circolo Tennis Monza
Via Boccaccio, 3
Tel. 039.322886
Sito web: www.circolotennismonza.net


FONTI: www.comune.monza.it www.reggiadimonza.it www.wikipedia.it
Anna Zacchetti

 
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