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maggio 2012
b.3 Semi-vegetarianismo
Il termine non ha una definizione precisa e ampiamente condivisa, ma di solito indica una dieta prevalentemente vegetariana, integrata di tanto in tanto con carne. Il termine è talvolta usato in modo intercambiabile con flexitarianismo.
Semi-vegetariane sono le diete che includono principalmente piccole quantità di pesce o pollo, ma non carni rosse. La dieta mediterranea, che è semi-vegetariana, è nota per ridurre l'incidenza di malattie cardiache. La dieta comprende principalmente cereali, pasta, verdure, formaggi, olio d'oliva con piccole quantità di pollo e pesce.
Questa dieta si inserisce nel dibattito tra vegetariani e non, tra vegetarismo e vegetalismo, ed a questa è stato recentemente dedicato anche un libro "Perché essere quasi vegetariani" di Franco Travaglini e Giuseppe Capano (Sperling & Kupfer Editori).
Molti americani hanno, negli ultimi anni adottato questa dieta allontanandosi cosi, progressivamente, dalla carne. Le ragioni secondo il New York Time, sono legate sia alla scelta di adottare un modello nutrizionale più sano, sia di ordine economico: mangiare meno carne fa bene al cuore ed alla circolazione ed inoltre fa risparmiare, visti gli elevati costi della carne e le difficoltà a far quadrare i bilanci famigliari.
Un'altra motivazione “forte” potrebbe essere legata ad una nuova consapevolezza etica ed ambientale.
Certo è ancora un fenomeno di elite, in genere di appartenenti alle classi agiate, una sorta di snobismo alimentare a base di prodotti bio o doc, ma molte sono le rivoluzioni che hanno avuto simili esordi per poi influenzare comportamenti collettivi più generali.
E del resto anche in occidente si possono vedere interi reparti nei supermercati dedicati a chi ha queste abitudini alimentari, ma qui la grande diffusione ad abitudine alle diete mediterranee è un precedente che favorisce ed estende il successo di tali nuove diete.
Secondo Travaglini, una dieta, intesa come stile alimentare e non come cura dimagrante, può essere definita sostenibile se: è composta dalla combinazione di cibi che meglio garantiscono all'alimentazione il ruolo di conservazione della salute e di prevenzione della malattia si basa su alimenti ottenuti con tecniche produttive e pratiche agronomiche capaci di conservare le basi naturali delle produzioni agricole riguardo alla quota di alimenti di origine animale che la compone, tiene conto degli aspetti salutistici, di gusto e ambientali, ma considera anche il "benessere animale" può essere opportunamente adattata alle diverse situazioni climatiche, ambientali e culturali non mortifica il gusto, anzi, lo stimola e lo accompagna in nuove scoperte.
La "la dieta quasi vegetariana" qui descritta soddisfa queste condizioni.
La dieta quasi vegetariana , si basa sul principio di inserire almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura. Ciò consente di regolare gli alimenti che compongono normalmente la dieta (pane, pasta, carne, uova, latticini, grassi, zuccheri) e il cui eccessivo consumo provoca squilibri.
Un esempio: un frutto (una porzione) aggiunto alla normale colazione, un altro frutto (2° porzione) come spuntino, iniziare il pranzo con un'insalata di verdure crude (3° porzione) e farla seguire da un frutto (4° porzione) . Un altro spuntino a base di frutta o una porzione di verdura o frutta a cena completano la dieta.
Al fine di superare anche i pericoli derivanti da un uso massiccio di pesticidi, il suggerimento di Tragliavini è quello di utilizzare frutta e verdura coltivata attraverso l'agricoltura biologica.
La citazione proviene da “ benessere.com”
Gioba Marzin

 
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