marzo 2019
IL MANDARINO
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Il mandarino è uno dei tre agrumi assieme al cedro ed al pomelo originali, da cui derivano tutti gli altri agrumi; ed è l’unico dei tre che è stato classificato tra gli agrumi dolci.
I suoi frutti erano un dono tradizionale per i funzionari imperiali cinesi, chiamati appunto “Mandarini” da cui prese origine il loro nome.

Il mandarino è stato tra gli ultimi agrumi giunti nel nostro continente dalla Cina. All’inizio dell’800 il mandarino comune è stato importato dapprima in Inghilterra e da qui nel 1805 si è diffuso nel resto dell’Europa, inizialmente solo come curiosità.
Si iniziò a coltivare il mandarino nella Cina meridionale fra il 500 e il 300 a.C. dove venne innestato per avere varietà più qualitative.
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Tuttavia le coltivazioni intensive di questo agrume in Cina e in Giappone iniziarono ad espandersi solo dal XVI secolo.
In India, intorno al 100 d.C. si parlava delle loro proprietà benefiche– il limone su tutti – in sanscrito, degli usi di frutti come l’arancio anche nella sua variante amara, mentre nella letteratura latina compaiono numerosi riferimenti al cedro.

In America la prima pianta di Mandarino fu piantata fra il 1840 e il 1850 nel terreno del consolato italiano di New Orleans. Per poi diffondersi prima in Florida e poi in California.
Mentre l’introduzione e la diffusione in Sicilia e in tutta l’area mediterranea della pianta di mandarino la si deve in particolar modo all’Orto Botanico di Palermo dove venne piantata per la prima volta agli inizi del 1800. Anche la pianta del Nespolo fu introdotta sempre dall’Orto Botanico di Palermo.

La pianta del mandarino è un piccolo albero che a volte si presenta come un grosso arbusto, raggiunge al massimo un’altezza di 5 metri, a volte con rami spinosi, ha una chioma arrotondata, simmetrica e aperta. Le foglie , che si rinnovano durante tutto l’anno, hanno una forma da ovale-oblunga a ovale-lanceolata con pagina superiore lucida e colore, inizialmente verde pallido, che vira in verde scuro a maturazione.

I fiori sono singoli o riuniti in piccole infiorescenze, bianchi, a cinque petali, molto profumati, tra maggio e luglio.
Il frutto è di forma sferoide, è un po' appiattito all'attaccatura, ma si riesce a raccoglierlo facilmente. La sua polpa è di colore arancio chiaro, è costituita da spicchi facilmente divisibili, molto succosa e dolce, dentro agli spicchi vi sono immersi numerosi semi.

Le temperature preferite per le coltivazioni di mandarino sono comprese fra 12-30 °C. Non tollera i terreni argillosi, calcarei o salati. Un albero adulto può dare dai 400 ai 600 frutti all'anno. Il frutto ha la più alta percentuale di zuccheri (intorno al 18%)tra gli agrumi.

In Italia le regioni maggiormente interessate alla coltivazione di questo agrume sono quelle meridionali Sicilia, Calabria e Campania ma anche lungo la Riviera tirrenica da Firenze in giù che hanno un clima favorevole che permette di coltivare i mandarini che sono i più ricercati fra gli agrumi dolci.

La Cina detiene saldamente nelle sue mani il primato mondiale della produzione di mandarini, il secondo paese per la produzione di questo agrume risulta essere un paese europeo: la Spagna, dove coltivare i mandarini è diffusissimo specialmente nella regione di Valencia.
Fra i maggiori produttori a livello mondiale risultano rispettivamente al terzo e al quarto posto il Brasile e il Giappone.

Mentre per l’ Asia, anche se il primo produttore mondiale rimane la Cina, in India il mandarino è l’agrume maggiormente coltivato, arrivando a coprire quasi il 50% della superficie totale coltivata ad agrumi di questo paese.
Il mandarino viene coltivato in modo intensivo anche in Sud Africa e in Australia arrivando ad avere una diffusione davvero mondiale.

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Ride la gazza, nera sugli aranci
(Salvatore Quasimodo)
Forse è un segno vero della vita:
intorno a me fanciulli con leggeri
moti del capo danzano in un gioco
di cadenze e di voci lungo il prato
della chiesa. Pietà della sera, ombre
riaccese sopra l'erba così verde,
bellissime nel fuoco della luna !
Memoria vi concede breve sonno;
ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo
o per la prima marea. Questa è l'ora:
non più mia, arsi, remoti simulacri.
E tu vento del sud forte di zagare,
spingi la luna dove nudi dormono
fanciulli, forza il puledro sui campi
umidi d'orme di cavallo, apri
il mare, alza le nuvole dagli alberi:
già l'airone s'avanza verso l'acqua
e fiuta lento il fango tra le spine,
ride la gazza, nera sugli aranci.


Fonti:
www.inherba.it
www.gliagrumi.it
giardinaggioweb.net
www.giardinaggio.org
www.mercatocentrale.it


(foto Anna Zacchetti)
Anna Zacchetti

 
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